venerdì 6 novembre 2009

Rete dei diritti viene invitato in assessorato

Il giorno venerdì 13 novembre alle ore 15.00 siete invitati in Assessorato in piazza Sernesi (5° piano) per una riunione.
Oggetto dell'incontro sarà il disegno di legge sull'immigrazione/sulle politiche di inclusione dei cittadini stranieri.

Saranno presenti sicuramente il direttore di dipartimento Dr. Andrea Zeppa e il direttore della ripartizione lavoro Dr. Helmuth Sinn.
Vi aspettiamo!

Karin Girotto
Autonome Provinz Bozen - Südtirol · Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige
Abteilung Arbeit Ripartizione Lavoro
Arbeitsservice Ufficio servizio lavoro
Koordinierungsstelle für die Einwanderung Servizio coordinamento immigrazione
via Kanonikus Michael Gamper Str. 1
39100 Bz
Tel. 0039 (0) 0471 418590
karin.girotto@provinz.bz.it

E' stata insediato il nuovo servizio di coordinamento per l’immigrazione

Nella Ripartizione provinciale lavor è stata insediato il nuovo servizio di coordinamento per l’immigrazione. Compiti e struttura verranno illustrati dall’assessore provinciale Barbara Repetto venerdì 13 novembre a Bolzano in conferenza stampa.

Gli obiettivi generali del nuovo servizio consistono nella rilevazione delle attività nel settore dell'immigrazione nei settori pubblico e privato nonché nel loro coordinamento all'insegna di una collaborazione a vantaggio di tutti gli interessati.

Funzioni e struttura del nuovo servizio provinciale verranno illustrati dall'assessore competente Barbara Repetto nella conferenza stampa in programma a Bolzano

venerdì 13 novembre

alle 10.30

nella Sala stampa della Provincia

a Palazzo Widmann, via Crispi 3.

Saranno presenti anche il direttore della Ripartizione provinciale Lavoro, Helmuth Sinn, e l'operatrice del servizio di coordinamento, Karin Girotto.

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sabato 31 ottobre 2009

Consultazione generale della Rete


Nel nostro percorso per promuovere una legge provinciale sull’integrazione, siamo arrivati ad un punto importante.
Per decidere la strada da proseguire, necessità una consultazione generale della Rete, La riunione è stabilita per il:

4 novembre alle ore 18.30
Centro Civico, Piazza Gries
Sala B del Palazzo Altmann
Amir, coordinatore gruppo legge

domenica 11 ottobre 2009

I capigruppo incontrano la “Rete dei diritti dei Senza Voce”


Presentata a Steger, Minniti ed ai capigruppo in Consiglio provinciale una proposta di legge sull’immigrazione.

Fernando Biague e Amir Sadeghi, coordinatori della “Rete per i diritti dei senza voce”, associazione che si occupa dell’integrazione degli immigrati anche con la collaborazione attiva degli autoctoni, hanno presentato a presidente, vicepresidente e capigruppo del Consiglio della provincia autonoma di Bolzano una proposta di legge volta a favorire l’inserimento degli immigrati nel tessuto sociale locale. “L’Alto Adige, al contrario di altre realtà, manca ancora di una legge sul tema, ed anche se l’integrazione è buona si potrebbe fare di più”, ha detto Biague, mentre Sadeghi ha sottolineato che l’assenza di una legge blocca anche l’utilizzo dei fondi destinati all’integrazione.

Nel dettaglio, hanno spiegato i due promotori, a loro volta esempio di integrazione in quanto in Alto Adige da molti anni e perfettamente inseriti in ambito lavorativo e sociale, la proposta, che parte da cittadini ed associazioni e si basa sulle raccomandazioni della UE in materia, mira ad eliminare ambiti di discriminazione, come le graduatorie separate ed i diversi calcoli del punteggio per quanto riguarda l’accesso degli immigrati all’edilizia abitativa agevolata. Vengono proposti poi interventi specifici di integrazione e di educazione alla cittadinanza, con l’obiettivo di realizzare una legge applicabile, che funzioni davvero.

Le intenzioni dei promotori, ovvero creare una relazione tranquilla tra immigrati ed autoctoni, isolando gli estremismi, sono state condivise dal presidente Dieter Steger, secondo il quale “è anche nostro interesse che l’integrazione possa funzionare, in quanto unica via possibile”. Pius Leitner ha ritenuto positivo il desiderio di confronto con i locali da parte degli immigrati, anche perché nei Consigli degli immigrati fino ad oggi non sono rappresentati locali. I Freiheitlichen, ha aggiunto, guardano con favore gli immigrati che si vogliono integrare, senza porre un catalogo di richieste ed adeguandosi alle tradizioni locali, in primo luogo imparando una delle due lingue della provincia. Sigmar Stocker ha ritenuto che la definizione “senza voce” sia offensiva per una provincia dove di immigrazione si parla molto, e Riccardo Dello Sbarba ha ipotizzato che qui si tratti di “prendere la parola”, il che è da vedere in maniera positiva, perché immigrati integrati si assumono il compito di fare da ponte tra la loro comunità e la società locale. Il consigliere ha aggiunto che anche il suo gruppo ritiene discriminatorie le norme sull’edilizia agevolata.

All'incontro erano presenti anche i consiglieri Roland Tinkhauser, Elmar Pichler Rolle, Maurizio Vezzali ed UlliMair.

Pubblicato sul http://www.consiglio-bz.org/ >>>>

Minniti incontra i rappresentanti dei "Senza voce"




I problemi dell’immigrazione sono stati questa mattina al centro di un incontro avuto dal Vicepresidente del consiglio provinciale Mauro Minniti con i coordinatori dell’associazione “Rete per i diritti dei senza voce", Amir Sadeghi e Ferdinando Biague.

L’associazione, da tempo, si sta adoperando per la stesura di un disegno di legge per favorire l’integrazione degli immigrati che vivono legalmente in provincia di Bolzano. “E’ una realtà", ha affermato Minniti, "che non può più essere ignorata. Segue>>>

domenica 4 ottobre 2009

La Rete dei Diritti dei Senza Voce si confronta con gli assessori provinciali sull’inclusione dei migranti







3 ottobre
La Rete dei Diritti dei Senza Voce si confronta con gli assessori provinciali sull’inclusione dei migranti

Sono ormai quasi 40.000 (36.284, secondo gli ultimi dati ASTAT), sono famiglie, donne, uomini, bambini, che vivono, studiano, lavorano nella nostra provincia, ma per le istituzioni sono ancora invisibili, e nella società subiscono ancora numerose discriminazioni, spesso sancite proprio da leggi e. delibere provinciali. Parliamo dei cittadini stranieri residenti in Alto Adige, per i quali dal’inizio del 2009 è attiva la Rete dei Diritti dei Senza Voce, un coordinamento di diverse realtà presenti in provincia con l’obiettivo appunto di promuoverne e difenderne i diritti. Il 3 ottobre la Rete ha tenuto un confronto pubblico a Bolzano sul Documento politico per una legge provinciale sull’integrazione elaborato il mese scorso ed inviato a tutte realtà istituzionali ed associative della provincia. Segue >>>

venerdì 2 ottobre 2009

La Provincia Autonoma di Bolzano condannata dal Tribunale

Un’ordinanza anche i cittadini extracomunitari soggiornanti di lungo periodo hanno pieno accesso alle borse di studio.
Conferenza stampa in proposito l’8 ottobre 2009 alle ore 15.30

Segue >>>

giovedì 1 ottobre 2009

La CGIL/AGB valuta positivamente l’ iniziativa di un documento sull’ integrazione promossa dalla Rete dei diritti dei senza voce .

Doriana Pavanello scrive:

La CGIL/AGB valuta positivamente l’ iniziativa di un documento sull’ integrazione promossa dalla Rete dei diritti dei senza voce .
L’integrazione sociale e politica è un tema che riguarda tutti i cittadini, immigrati compresi e che fa parte di quel macro-cosmo delle pari opportunità tutelate dalla nostra Carta Costituzionale. Quando però si parla d’ integrazione degli immigrati ci troviamo di fronte a un quadro legislativo totalmente sguarnito, specie in Provincia di Bolzano, una delle poche realtà locali a non essersi ancora interrogata a fondo su questo argomento. Per non parlare della legislazione nazionale che pretende di gestire il fenomeno migratorio introducendo maggiori e feroci restrizioni o considerandolo solo un problema di ordine pubblico.
Con questo documento, siamo convinti che la Rete abbia invece attivato il giusto canale per una riflessione ad ampio raggio sugli interventi che possano favorire la pacifica convivenza. Sicuramente siamo tutti consapevoli che la problematica non si possa esaurire con il varo di una legge ad hoc e che l’ integrazione vada piuttosto costruita nelle relazioni tra persone e nei contesti sociali, ma crediamo che una normativa provinciale sul tema dell’ immigrazione possa delineare una cornice certa entro la quale anche i cittadini stranieri possano riconoscersi e far valere quei diritti che sono patrimonio di tutti i cittadini nonchè universali.

Doriana Pavanello
CGIL/AGB
Segretaria Provinciale
Landessekretariat

mercoledì 30 settembre 2009

IMMIGRAZIONE: Necessita una governance organica

Toni Serafini scrive:

Bene il Documento della Rete dei Diritti dei Senza Voce.
Un buon contributo al dibattito.
Come sindacato UIL-SGK siamo convinti da anni che necessita una legge provinciale sull’immigrazione. Una legge che non deve contenere solo principi ma contenere misure, relativa alla casa, alla sanità, all’istruzione, alla formazione e alla partecipazione.
Serve cioè una governance organica del fenomeno.
Un fenomeno iniziato nella nostra Provincia a fine anni ottanta e che oggi vede una presenza consistente di lavoratori immigrati, in particolare cittadini non UE.
Relativamente alla partecipazione, bene le esperienze delle due consulte di Bolzano e Merano, penso sia utile estendere tale strumento nei Comuni sopra i 10.000 abitanti e ove c’è una presenza importante di lavoratori immigrati (Bressanone, Brunico, Laives, Salorno, Egna,…). Vanno in questo contesto definiti bene ruoli e compiti delle consulte con un maggior coinvolgimento e quindi responsabilizzazione nel momento delle scelte.
Il documento individua poi altri tre punti caldi: accesso all’alloggio, diritto allo studio e assistenza economica sociale: su questi deve misurarsi seriamente la politica locale dando risposte positive organiche ed è per questo che è ormai diventata indispensabile una legge provinciale sull’immigrazione.
C’è poi sicuramente un problema di legislazione nazionale relativo alla cittadinanza che oggi ha tempi troppo lunghi (10 anni) e che addirittura discriminatoria per i figli di immigati nati Italia, auspichiamo pertanto che tale problematica venga affrontata e risolta in maniera positiva.

Toni Serafini
Segretario Generale UIL-SGK

Bolzano, 30 settembre 2009.

sabato 29 agosto 2009

Prima bozza di documento politico per una legge provinciale sull’integrazione 05/08/2009





1. Natura e scopo del documento
Con questo documento la Rete per i diritti dei senza voce vuole offrire, attraverso un percorso partecipativo, uno spazio di confronto per il riconoscimento reciproco e l’ integrazione delle diverse componenti di popolazione presenti sul territorio. La coesione sociale, intesa come superamento delle disparità legate alle situazioni sociali, economiche, culturali ed etniche, costituisce il presupposto per uno sviluppo equilibrato ed armonico del territorio ed in quanto tale è capace di influenzare positivamente l’attrattività economica, la crescita competitiva nonché il suo sviluppo economico generale.

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Se non riuscite inserire i vostri commenti, potete mandare ad indirizzo afsadeghi@yahoo.it

e io provedo di inserire.

Erster Entwurf eines politischen Dokuments für ein Landesgesetz zur Integration 05/08/2009





1. Natur und Ziel des Dokuments
Mit diesem Dokument möchte sich das Netzwerk “Rete per i diritti dei senza voce” an der Diskussion beteiligen und damit zur gegenseitigen Anerkennung sowie zur Integration der verschiedenen in Südtirol lebenden Teile der Bevölkerung beitragen. Der soziale Zusammenhalt, d.h. die Überbrückung der sozialen, wirtschaftlichen, kulturellen und ethnischen Ungleichheiten, ist eine Voraussetzung für eine ausgewogene und harmonische Entwicklung des Landes und kann die wirtschaftliche Attraktivität, das wettbewerbsorientierte Wachstum sowie seine allgemeine wirtschaftliche Entwicklung positiv beeinflussen.

sabato 1 agosto 2009

Das Netzwerk


Das Netzwerk
ff politik ausländer No. 31 / 2009
Alexandra Aschbacher

Während sich die Politik vor dem Thema Einwanderung drückt, werden die Ausländer nun selbst aktiv. Ein Migranten-Netzwerk arbeitet an einem eigenen Integrationsgesetz.

Seit Amir Sadeghi denken kann, hat er einen Traum von Freiheit. In seinen Erzählungen kommt dieses Wort ständig vor, immer wieder muss er es laut aussprechen, wohl um dessen wahren Sinn zu verstehen. Amir ist Iraner. Sein Land nennt er „diktatorisch“ und was sich derzeit dort abspielt „eine schwierige Situation“. Als er seine Heimat verließ, war er 19. Er ging nach Bologna, um zu studieren. Als er dort das erste Mal die vielen Zeitungen sah, habe ihn „die grenzenlose“ Freiheit „überrumpelt“. Das war Anfang der 80er-Jahre. Seit rund zwölf Jahren lebt er in Brixen. Er arbeitet als Ingenieur in...

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martedì 21 luglio 2009

Rainer Scrive

Ho visto che la raccolta di idee sulla nuova legge va avanti vivace e mi fa piacere. Condivido l'importanza di considerare le G2 come elemento assolutamente imprescindibile per una efficace e positiva politica di inclusione al 100%. Le seconde generazioni anzi sono il tema centrale, direi, visto quello che è successo in altri paesi (Francia con le G2 nordafricane, Germania con quelle turche, Gran Bretagna con quelle pakistane ecc ...). Solo, concretamente non mi viene in mente qualche azione positiva da inserire nella legge. La fantasia e le competenze del gruppo porteranno sicuramente idee creative.
Per il resto, ho riletto il catalogo di punti che avevo stilato a fine maggio e mi ci ritrovo ancora. Te lo allego tale e quale.
In aggiunta forse ho pensato che nella legge ci potrebbe essere anche una finestra verso l'esterno. In che senso? Nel senso di favorire i rapporti bilaterali tra il Sudtirolo e gli stati da cui provengono i giovani migranti che arrivano in Alto Adige (Albania e Marocco, soprattutto), scambi nel senso di scambi solastici, scambi tra centri giovani, progetti congiunti, viaggi studio e di conoscenza ecc. la Giunta potrebbe impegnarsi a favorire e sostenere queste iniziative. Come misura di prevenzione dell'emigrazione da quei paesi, ma anche come valorizzazione delle seconde generazioni, per esempio, che in questi progetti potrebbero avere un ruolo guida, o come elemento di conoscenza reciproca finalizzata alla inclusione sociale.
E un ultimo punto credo sia molto importante, e ci tengo in maniera particolare.
Molti conflitti "interculturali" nascono dai rapporti difficoltosi nel vicinato, tra vicini di casa, nei condomini eccetera. Nella nuova legge si potrebbe prevedere di sostenere progetti di mediazione interculturale di condominio visto che l'ambito abitativo è quello dove si possono intercettare moltissimi potenziali conflitti e trasformarli affinchè non diventino dei problemi che sembrano irrisolvibili. Anche in questo caso si può prendere ad esempio le buone pratiche già sperimentate, ad esempio, nel Comune di Reggio Emilia. Ne aveva parlato un articolo di Metropoli un anno fa.
Buona riunione intanto, saluti a tutte/i e a presto!
Rainer

lunedì 20 luglio 2009

Maria Concetta scrive

Il documento politico che sarà la base per la legge provinciale credo debba anche contenere il principio/modello di integrazione degli alunni stranieri nelle scuole della provincia secondo le linee definite dai centri linguistici.
Si adotta un modello di integrazione (come in molti paesi europei) e non di separazione (come vorrebbe la Lega) è questo è *il principio fondante*.Non un modello compensativo (che vuol dire in termini semplici lo straniero non è come noi e bisogna fare in modo che lo diventi...) ma si procede con l' inserimento degli alunni nelle classi comuni con contemporanei interventi di sostegno linguistico in orario scolastico.*Un altro principio* è l'educazione interculturale rivolta a tutti e quindi l'adozione di una pedagogia delle differenze e dei punti di vista che educhi le persone ad una società inclusiva e plurale.

Un altro punto che deve stare in evidenza nel documento politico è il tema delle seconde generazioni.

La "generazione in bilico" figlia delle migrazioni, cresciuta o nata nel nostro paese si trova a vivere tra modelli culturali differenti e deve definire un proprio percorso identitario non facile.
Se si accetta di definire come seconda generazione non solo le persone con cittadinanza non italiana nate in Italia ma anche quelle che nel nostro paese hanno avuto un consistente periodo di scolarizzazione, la situazione nelle scuole della nostra provincia è la seguente.
Secondo i dati a disposizione dei Centri linguistici su 3916 stranieri che nell’anno 2008-09 sono iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie in lingua italiana, 2773 (70.8%) sono nel sistema scolastico da almeno 4 anni (nella scuola tedesca su un totale di 2437 ve ne sono 1940). Si può ipotizzare, similmente ad altre realtà, che molti di questi alunni siano qui fin dall’asilo oppure siano nati in Italia.
Sto seguendo un progetto intitolato "Top Cross 2G" in collaborazione con l'Azienda dei servizi sociali di Bolzano e l'associazione Donne Nissà rivolto alle seconde generazioni che prevede un laboratorio teatrale e un'azione di formazione di tutor per aiutare i nuovi arrivati e ho avuto occasione di conoscere le buone prassi seguite dai Comuni di Torino, Bologna, Reggio Emilia.
Le 2G sono uno dei nodi del cambiamento della società di accoglienza che non deve essere affrontato sempre in termini di disagio.
Ci vogliono impegni importanti da parte delle istituzioni e interventi concreti a sostegno di una progressiva partecipazione di questi nuovi cittadini alla vita della nostra comunità in modo che siano direttamente protagonosti dell' integrazione.

giovedì 16 luglio 2009

Repetto incontra la Rete dei diritti dei senza voce: entro l’anno il ddl sull’immigrazione


Un documento politico da presentare all’Assessorato provinciale per contribuire alla redazione del ddl provinciale sull’immigrazione, che l’assessore competente Barbara Repetto porterà in Giunta entro l’anno: è quanto discusso nell’incontro a Bolzano tra l’assessore Repetto e i rappresentanti della Rete dei diritti dei senza voce.
La Rete dei diritti dei senza voce, istituita in Alto Adige a febbraio, raccoglie oggi una cinquantina di immigrati rappresentanti di diverse associazioni nonché esponenti della società altoatesina. Guidata da Fernando Biague, ricercatore e psicologo che coordina la Rete, uan delegazione ha incontrato l’assessore Barbara Repetto per approfondire le principali e più urgenti tematiche legate all’inserimento degli immigrati a livello locale. “L’obiettivo finale di questa fase di impegno del movimento – spiega Barbara Repetto – vuole essere l’elaborazione di un documento politico in vista della stesura del ddl provinciale sull’immigrazione che porterò in Giunta entro l’anno.”
Sul tema dell’inclusione sociale infatti la Provincia ha uno spazio di intervento all’interno della cornice legislativa nazionale, “uno spazio che intendiamo riempire con misure che possano favorire l’integrazione dei concittadini immigrati, una presenza importante nella società e nel tessuto economico locale. E serve ovviamente il contributo delle parti interessate." Si tratta di un tema che richiede grande sensibilità politica, "anche alla luce della nuova normativa statale in materia di sicurezza”, conclude l’assessore Repetto, che ha incoraggiato la Rete nel suo impegno di dialogo e convivenza.

lunedì 29 giugno 2009

Verbale del riunione 16 giugno sulla legge integrazione

Riflessione sulla bozza legge integrazione degli immigrati
Si è parlato di definire un programma di iniziative da svolgere sul territorio.
Maximilian ha dato la disponibilità di collaborare sulla parte che riguarda l’assistenza socio-sanitaria degli immigrati. Però è interessato a conoscere cosa era stato fatta nella precedente proposta che non era stata presentata in Giunta Provinciale (cioè quella elaborata da Paolo Attanasio e company). Dal punto di vista di Maximilian, l’attuale gruppo di lavoro dovrebbe partire da ciò che c’è già. Ma a questo suggerimento, altri membri hanno ribadito la necessità di partire dalla base, cioè incontrando le varie associazioni o enti territoriali.
Secondo Saltarelli, si tratta di un momento giusto e bisognerebbe coinvolgere il Vescovo Golser e in più, bisognerebbe andare nelle parrocchie. Però, prima di andare dal Vescovo sarebbe opportuno produrre un documento, documento che sará consegnato allo stesso Vescovo.
Saltarelli, aggiunge affermando che per aver credibilitá/forza, la proposta dovrebbe andare oltre e „svegliare“ le coscienze dei cittadini.
Ci sono state riflessioni attorno alla proposta elaborata e alla fine si è deciso di fissare un incontro per ragionare e migliorare la medesima.
In ogni caso, c’è stato un ampio accordo sulla necessità di inserire sulla bozza finale almeno due richieste concrete:
1. Creare una specie di consulta per l’integrazione. Detta consulta dovrebbe avere il compito di tradurre le proposte, i provvedimenti assunti dalle Istituzioni competenti in atti concreti per favorire l’inserimento sociolavorativo dei cittadini stranieri.
2. La necessitá di riattivare l’Osservatorio sull’Immigrazione.
Inoltre, a queste richieste va aggiunta quella di rendere autonomi gli organismi/enti che lavoreranno per l’integrazione degli immigrati. In atre parole, per evitare interventi basati sui progetti che spesso sono legati ai politici di turno, sarebbe opportuno creare enti che siano svincolati dalla politica e che abbiano il potere decisionale in ciò che fanno. Avere una propria autonomia significa, aver un budget e decidere autonomamente gli interventi/le attivitá da attuare senza l’intromissione di qualche politico.
E`stato sottolineato il fatto che la Provincia di Bolzano è già in contatto con CNEL (organismo che si occupa tra l’altro del fenomeno immigrazione) sarebbe opportuno rafforzare questo rapporto che c’è giá.
Nonostante la disponibilità menzionata sopra, Maximilian è un pò perplesso sul fatto che le proposte che verranno inserite sulla bozza e relativamente all’aspetto sanitario, vengano accettate dai professionisti (alti funzionari, primari, ecc.). Perchè secondo Max, gli immigrati in regola hanno gli stessi diritti degli autoctoni. L’unica strada fattibile, aggiunge ancora Maximilian, è quella di intervenire con specifici progetti per migliorare l’erogazione die servizi esistenti. Infatti, da anni, egli sta cercando - con molta difficoltà - di inserire nell’azienda sanitaria una figura come referente alla questione immigrazione.

Prossimo riunione 21 luglio alle 18.00 centro civico piazza gries.

domenica 21 giugno 2009

Fernando Scrive

La proposta di legge sull’integrazione dei cittadini immigrati

Gli spostamenti per motivi di lavoro da parte dei cittadini dei Paesi in Via di Sviluppo, sono la conseguenza della sbagliata e perversa politica della distribuzione diseguale di opportunità/ricchezza intenzionalmente imposta dalle nazioni a sviluppo avanzato (occidentali). Una politica che ha creato e continua a creare notevoli differenze di reddito tra le popolazioni del mondo. Se poi, alla scarsità delle opportunità di produrre un reddito (Paesi in Via di Sviluppo) si associa alla forte richiesta di manodopera dei paesi sviluppati, si hanno le massicce migrazioni che conosciamo nell’attuale congiuntura internazionale.
Ma se l’immigrazione è voluta perché reca vantaggi di non poco conto all’economia del paese, sul piano dell’inserimento sociolavorativo dei protagonisti, il fenomeno è male gestito e lascia desiderare.
Al posto di una politica finalizzata all’accoglienza, all’accompagnamento ed al pieno inserimento nella società, prevale l’adozione di provvedimenti legislativi che violano, non solo i valori fondanti della Costituzione Italiana, ma anche i Diritti Universali della Persona e dei Popoli, diritti promulgati dalle Nazioni Unite nel 1948. Infatti, il primo articolo della dichiarazione universale dei diritti umani recita “Tutti gli esseri umani nascono liberi e sono uguali in dignità e diritti…”.
Come emerge da più parti, l’integrazione significa fare parte del sistema della società dove uno vive senza essere considerato cittadino di serie B. Integrazione significa inoltre, vivere in una società aperta dove è possibile coniugare i repertori culturali del Paese d’origine con quelli della società d’arrivo. Si può parlare d’integrazione in una società dove le seconde generazioni d’immigrati possono accedere alle stesse opportunità educative, formative e occupazionali dei loro coetanei autoctoni.
Altri temi importanti da inserire nella proposta di legge riguardano il diritto di voto (nelle elezioni comunali e provinciali) agli immigrati residenti, il riconoscimento dei titoli di studio acquisiti nei Paesi d’origine, la mobilità sociale nel mercato del lavoro (imprenditoria), le pari opportunità anche sul piano di genere. Infine, bisognerà tenere con molta considerazione l’atteggiamento dei media nei riguardi del fenomeno immigrazione.
La Provincia di Bolzano avrebbe dovuto rappresnetare un contesto di maggiore integrazione degli immigrati in quanto, uno dei principi fondanti l’autonomia è proprio quello del rispetto delle culture altre anche se (ad oggi) ciò riguarda soltanto i tradizionali gruppi linguistici (tedesco, italiano e ladino). Assistiamo quindi all’analogo atteggiamento di chiusura che si osserva nel resto del paese. Anzi, segnaliamo il fatto che la Provincia di Bolzano si presenta con un serio ritardo sul tema dell’integrazione rispetto ad alcune regioni/province italiane che dispongono da diversi anni di orientamenti politici finalizzati all’integrazione dei nuovi cittadini. Non solo, nella realtà altoatesina, ci sono preoccupanti ed oggettive avvisaglie verso l’emanazione di normative volte ad ostacolare, a rendere ulteriormente macchinoso il percorso d’inserimento sociolavrativo degli immigrati.
È in virtù di questo sistematico scenario razzista e discriminante che la Rete dei Diritti dei Senza Voce ritiene indispensabile ed opportuno avviare – da subito - un’iniziativa finalizzata ad elaborare una bozza di legge sull’integrazione dei cittadini stranieri, proposta da sottoporre all’attenzione delle Istituzioni provinciali competenti. La produzione di tale documento verrà preceduta da un lavoro sul campo, ovvero, avverrà dal basso e comprenderà, oltre ai diretti interessati, tutti gli attori istituzionali implicati a vario titolo con il fenomeno immigrazione.
Più concretamente, verranno svolti incontri di discussione (socializzazione) - nei vari comuni della Provincia di Bolzano - sul tema dell’integrazione dei cittadini stranieri con: le opinion leader delle associazioni nazionali degli immigrati, gli operatori dei servizi pubblici (i servizi sociali, gli uffici legati al mercato del lavoro, le confederazioni sindacali, l’edilizia agevolata, le consulte immigrati, ecc.) ed i professionisti del privato sociale (associazioni di mediazione interculturale, volontariato, Caritas, ecc.). Sottolineiamo il fatto che il lavoro di socializzazione/discussione interesserà tutti i tre gruppi linguistici della Provincia di Bolzano.
Siamo convinti che solo una discussione libera e partecipata (in maniera capillare) potrà fornire importanti elementi conoscitivi circa la condizione di vita degli immigrati nella sua complessità ed eterogeneità e nello stesso tempo, consentire la stesura di una proposta realistica ed ampiamente condivisa dalla società sul tema dell’integrazione dei nuovi cittadini nella Provincia di Bolzano.

lunedì 8 giugno 2009

Dall’Italia al Sudtirolo: prove tecniche di integrazione

Articolo per Skolast:
di Paolo Attanasio

Quando la redazione di Skolast mi ha chiesto una riflessione sull’attuale situazione in cui versa l’Italia a proposito della perversa spirale che si avvita fra esplosioni di intolleranza razziale, minimizzazioni da parte dei media e involuzione sicuritaria della legislazione nei confronti degli stranieri, mi sono detto che sicuramente non sarebbe stato un problema scrivere un articolo sul tema, data l’abbondanza di fatti, narrazioni e commenti esistenti in proposito. Al contrario, però, la difficoltà si è rivelata proprio quella, in un certo senso, di non saper da dove cominciare, appunto perché le manifestazioni in questo senso si accavallano e si inseguono senza sosta, e i segnali dell’involuzione razzista sono tanto più preoccupanti in quanto coperti da quella patina di indifferenza generale che li rende possibili e, in fondo, quasi giustificati. L’ubriacatura collettiva per la sicurezza ha preso un tale slancio, che orami più di un commentatore descrive l’Italia come un paese “neo-proibizionista”, in cui le amministrazioni locali (soprattutto del centro-nord) fanno a gara nell’escogitare e mettere in pratica i divieti più fantasiosi (dalla recentissima normativa regionale “anti-kebab” in Lombardia, al divieto di servire pietanze “esotiche” nel centro storico di Lucca, fino alle panchine che impediscono di sdraiarsi di Verona). Ovviamente le “vittime” di questo giro di vite non solo soltanto gli stranieri, ma è ovvio che proprio i migranti risultano essere i più colpiti, in quanto anello debole della catena.
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giovedì 28 maggio 2009

Discussione è aperta


Chi non prova a crearsi il futuro che desidera, deve accontentarsi del futuro che gli capita.



Partecipa anche tu ! O mediante i tuoi commenti diretamente sul blog, o spedendo al indirizzo afsadeghi@yahoo.it per essere inserito come post.

Scrive Rainer

Per una legge provinciale sull’integrazione dei cittadini stranieri.

(Rainer Girardi, 25 maggio 09)
Bozza/brainstormning

Principi su cui si deve basare, secondo la legge da approvare, l’azione legislativa provinciale in materia di integrazione:
Dignità dell’uomo
Principio di non discriminazione
Parità di trattamento
Parità di accesso ai servizi
Partecipazione
Inclusione
à vedasi principi contenuti nella Carta Sociale Europea e simili
à Fare uso dei poteri conferiti alle Regioni dal Trattato di Amsterdam (secondo l’art. 13, il Consiglio Europeo “può prendere provvedimenti opportuni per combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali”)
Ambiti tematici da regolamentare:
Sostegno all’insegnamento delle lingue italiano-tedesco-ladino
Sostegno del principio di sussidiarietà
Scuola (dettagli?)
Cultura (dettagli?)
Seconde generazioni (dettagli?)
Includere anche in qualche maniera l’ambito mediatico (rappresentazione dell’immagine dello straniero sui media, sui giornali ecc.)
Azioni positive:
Viene incoraggiata la partecipazione al volontariato, Servizio civile, associazionismo
Diritto di voto amministrativo (attivo e passivo)

Scrive Fernando

La proposta di legge sull’integrazione dei cittadini immigrati


Gli spostamenti per motivi di lavoro da parte dei cittadini dei Paesi in Via di Sviluppo, sono la conseguenza della sbagliata e perversa politica della distribuzione diseguale di opportunità/ricchezza intenzionalmente imposta dalle nazioni a sviluppo avanzato (occidentali). Una politica che ha creato e continua a creare notevoli differenze di reddito tra le popolazioni del mondo. Se poi, alla scarsità delle opportunità di produrre un reddito (Paesi in Via di Sviluppo) si associa alla forte richiesta di manodopera dei paesi sviluppati, si hanno le massicce migrazioni che conosciamo nell’attuale congiuntura internazionale.
La presenza in Italia di numerosi gruppi nazionali di immigrati provenienti da ogni parte del mondo, lavoratori chiamati e quindi voluti dallo Stato, ha segnato una percepibile e radicale trasformazione dell’assetto sociale e culturale della stessa società italiana.
Ma se l’immigrazione è voluta perché reca vantaggi di non poco conto all’economia del paese, sul piano dell’inserimento sociolavorativo dei protagonisti, il fenomeno è male gestito e lascia desiderare.
In effetti, nonostante la presenza strutturale degli immigrati e sebbene continuino ad arrivare ogni anni nuovi lavoratori, paradossalmente, assistiamo oramai da anni, ad un palese immobilismo della classe politica, immobilismo che lascia spazio alla gestione - di un fenomeno così complesso quale è quello dell’immigrazione - di tipo emergenziale e spontaneismo. Al posto di una politica finalizzata all’accoglienza, all’accompagnamento ed al pieno inserimento nella società, prevale l’adozione di provvedimenti legislativi che violano, non solo i valori fondanti della Costituzione Italiana, ma anche i Diritti Universali della Persona e dei Popoli, diritti promulgati dalle Nazioni Unite nel 1948. Infatti, il primo articolo della dichiarazione universale dei diritti umani recita “Tutti gli esseri umani nascono liberi e sono uguali in dignità e diritti…”.
L’inasprimento delle leggi sull’immigrazione è da imputare soprattutto all’orientamento di alcuni schieramenti politici che attuano una forma di chirurgia sociale e vedono nell’immigrato il capro espiatorio di tutti i mali del paese, specie alla vigilia delle campagne elettorali. L’esempio lampante è dato dal pacchetto sicurezza (in corso di approvazione in Parlamento) e guarda a caso, in procinto delle prossime elezioni europee previste per il mese di giugno 2009.
Naturalmente, ciò crea serie difficoltà, sia ai singoli immigrati nella vita di tutti i giorni, sia sul versante sociale con i cittadini autoctoni. E`in questo senso che sono in gioco alcuni importanti valori universali tra i quali: il riconoscimento delle culture altre, la concezione della diversità come un valore aggiunto (arricchimento culturale), la partecipazione attiva di tutti i cittadini nella costruzione e nello sviluppo di una società del futuro, di una società inter-etnica ed interculturale in continua e rapida trasformazione.
Come emerge da più parti, l’integrazione significa fare parte del sistema della società dove uno vive senza essere considerato cittadino di serie B. Integrazione significa inoltre, vivere in una società aperta dove è possibile coniugare i repertori culturali del Paese d’origine con quelli della società d’arrivo. Si può infine parlare d’integrazione in una società dove le seconde generazioni d’immigrati possono accedere alle stesse opportunità educative, formative e occupazionali dei loro coetanei autoctoni.
La Provincia di Bolzano avrebbe dovuto rappresnetare un contesto di maggiore integrazione degli immigrati in quanto, uno dei principi fondanti l’autonomia è proprio quello del rispetto delle culture altre anche se (ad oggi) ciò riguarda soltanto i tradizionali gruppi linguistici (tedesco, italiano e ladino). Assistiamo quindi all’analogo atteggiamento di chiusura che si osserva nel resto del paese. Anzi, segnaliamo il fatto che la Provincia di Bolzano si presenta con un serio ritardo sul tema dell’integrazione rispetto ad alcune regioni/province italiane che dispongono da diversi anni di orientamenti politici finalizzati all’integrazione dei nuovi cittadini. Non solo, nella realtà altoatesina, ci sono preoccupanti ed oggettive avvisaglie verso l’emanazione di normative volte ad ostacolare, a rendere ulteriormente macchinoso il percorso d’inserimento sociolavrativo degli immigrati.
È in virtù di questo sistematico scenario razzista e discriminante che la Rete dei Diritti dei Senza Voce ritiene indispensabile ed opportuno avviare – da subito - un’iniziativa finalizzata ad elaborare una bozza di legge sull’integrazione dei cittadini stranieri, proposta da sottoporre all’attenzione delle Istituzioni provinciali competenti. La produzione di tale documento verrà preceduta da un lavoro sul campo, ovvero, avverrà dal basso e comprenderà, oltre ai diretti interessati, tutti gli attori istituzionali implicati a vario titolo con il fenomeno immigrazione.
Più concretamente, verranno svolti incontri di discussione (socializzazione) - nei vari comuni della Provincia di Bolzano - sul tema dell’integrazione dei cittadini stranieri con: le opinion leader delle associazioni nazionali degli immigrati, gli operatori dei servizi pubblici (i servizi sociali, gli uffici legati al mercato del lavoro, le confederazioni sindacali, l’edilizia agevolata, le consulte immigrati, ecc.) ed i professionisti del privato sociale (associazioni di mediazione interculturale, volontariato, Caritas, ecc.). Sottolineiamo il fatto che il lavoro di socializzazione/discussione interesserà tutti i tre gruppi linguistici della Provincia di Bolzano.
Siamo convinti che solo una discussione libera e partecipata (in maniera capillare) potrà fornire importanti elementi conoscitivi circa la condizione di vita degli immigrati nella sua complessità ed eterogeneità e nello stesso tempo, consentire la stesura di una proposta realistica ed ampiamente condivisa dalla società sul tema dell’integrazione dei nuovi cittadini nella Provincia di Bolzano.

mercoledì 27 maggio 2009

Gruppo di lavoro per una legge di integrazione in Alto Adige

Riunione del gruppo di lavoro sulla legge provinciale sull’integrazione – 11 maggio ’09

Come partire? Con che tipo di iniziativa?

Le proposte sono varie, e vanno dall’assemblea pubblica alla conferenza stampa. Si è comunque tutti d’accordo nel ritenere che per prima cosa è necessario disporre di un solido, anche se breve, documento di base, una sorta di appello al territorio, in cui si spiegano le ragioni che motivano la necessità di una legge provinciale sull’integrazione, e la richiesta di adesione per iniziare un percorso comune di elaborazione della proposta.
Parallelamente alla redazione, è necessario però anche studiare un percorso per il documento politico e per la legge.
Per quanto riguarda il contenuto del documento politico, alcuni interventi sottolineano la necessità di introdurvi una serie ben chiara di principi e di azioni (anche entrando nel merito dei vari settori operativi, come casa, sanità, sociale, etc.), in modo da porre una base concreta di discussione, con la quale cercare anche di precedere sul tempo una possibile iniziativa legislativa dei Freiheitlichen. Altri interventi insistono invece maggiormente sulla necessità che il documento raccolga un ampio ventaglio di consensi, mantenendo quindi le affermazioni a livello di principi generali.
Si concorda ad ogni modo sulla necessità di raggiungere un equilibrio fra principi irrinunciabili e necessità di guadagnare il maggior consenso possibile attorno al documento.
Da alcuni viene anche messo in dubbio che lo strumento “legge” sia in assoluto il più efficace per combattere l’ondata di razzismo che si sta riversando sull’Italia (e, in una certa misura, anche sulla provincia di Bolzano); il documento-appello dovrebbe quindi sì menzionare la legge, ma restare aperto anche ad altre soluzioni.
Dato che da alcuni è stato sostenuto che l’impegno che ci proponiamo per la legge appare spropositato, dato il clima attuale, e che forse sarebbe più utile elaborare un documento di base sull’integrazione, come canovaccio di discussione ampia, si è chiarito che la legge non è un obiettivo irrinunciabile, ma forse più che altro l’occasione per lanciare un dibattito il più ampio possibile sui diritti dei migranti in provincia di Bolzano, nonché sulle condizioni che possano favorire convivenza, coesione sociale ed integrazione.
Sulla base di queste considerazioni, si è poi concordato che una prima bozza del documento-appello verrà elaborata da un gruppo composto indicativamente da Amir, Fernando, Bassamba, Mamadou, e che poi verrà fatto circolare all’interno del gruppo di lavoro, nel giro di due settimane circa. Nel frattempo, Luigi e Paolo hanno aderito alla richiesta di fornire uno schema sulle competenze della Provincia autonoma in materia di immigrazione e integrazione.
La riunione ha avuto un buon numero di partecipanti e tra loro le persone con competenza nella materia della legge.

Sappiamo che il successo di questa iniziativa dipende da tutti noi con nostro partecipazione sia nei discussioni che nel organizzazione per coinvolgere più persone e gruppi in questo dibattito.
Vogliamo tentare una nuova strada, quella di ascoltare tutti, senza pregiudizi di appartenenza, l’empatia verso il prossimo, e un sincero desiderio di realizzare un progetto utile a tutti. Gli elementi validi in questa società sono tanti, dobbiamo solo ritrovarci e lavorare.