giovedì 28 maggio 2009

Discussione è aperta


Chi non prova a crearsi il futuro che desidera, deve accontentarsi del futuro che gli capita.



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Scrive Rainer

Per una legge provinciale sull’integrazione dei cittadini stranieri.

(Rainer Girardi, 25 maggio 09)
Bozza/brainstormning

Principi su cui si deve basare, secondo la legge da approvare, l’azione legislativa provinciale in materia di integrazione:
Dignità dell’uomo
Principio di non discriminazione
Parità di trattamento
Parità di accesso ai servizi
Partecipazione
Inclusione
à vedasi principi contenuti nella Carta Sociale Europea e simili
à Fare uso dei poteri conferiti alle Regioni dal Trattato di Amsterdam (secondo l’art. 13, il Consiglio Europeo “può prendere provvedimenti opportuni per combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali”)
Ambiti tematici da regolamentare:
Sostegno all’insegnamento delle lingue italiano-tedesco-ladino
Sostegno del principio di sussidiarietà
Scuola (dettagli?)
Cultura (dettagli?)
Seconde generazioni (dettagli?)
Includere anche in qualche maniera l’ambito mediatico (rappresentazione dell’immagine dello straniero sui media, sui giornali ecc.)
Azioni positive:
Viene incoraggiata la partecipazione al volontariato, Servizio civile, associazionismo
Diritto di voto amministrativo (attivo e passivo)

Scrive Fernando

La proposta di legge sull’integrazione dei cittadini immigrati


Gli spostamenti per motivi di lavoro da parte dei cittadini dei Paesi in Via di Sviluppo, sono la conseguenza della sbagliata e perversa politica della distribuzione diseguale di opportunità/ricchezza intenzionalmente imposta dalle nazioni a sviluppo avanzato (occidentali). Una politica che ha creato e continua a creare notevoli differenze di reddito tra le popolazioni del mondo. Se poi, alla scarsità delle opportunità di produrre un reddito (Paesi in Via di Sviluppo) si associa alla forte richiesta di manodopera dei paesi sviluppati, si hanno le massicce migrazioni che conosciamo nell’attuale congiuntura internazionale.
La presenza in Italia di numerosi gruppi nazionali di immigrati provenienti da ogni parte del mondo, lavoratori chiamati e quindi voluti dallo Stato, ha segnato una percepibile e radicale trasformazione dell’assetto sociale e culturale della stessa società italiana.
Ma se l’immigrazione è voluta perché reca vantaggi di non poco conto all’economia del paese, sul piano dell’inserimento sociolavorativo dei protagonisti, il fenomeno è male gestito e lascia desiderare.
In effetti, nonostante la presenza strutturale degli immigrati e sebbene continuino ad arrivare ogni anni nuovi lavoratori, paradossalmente, assistiamo oramai da anni, ad un palese immobilismo della classe politica, immobilismo che lascia spazio alla gestione - di un fenomeno così complesso quale è quello dell’immigrazione - di tipo emergenziale e spontaneismo. Al posto di una politica finalizzata all’accoglienza, all’accompagnamento ed al pieno inserimento nella società, prevale l’adozione di provvedimenti legislativi che violano, non solo i valori fondanti della Costituzione Italiana, ma anche i Diritti Universali della Persona e dei Popoli, diritti promulgati dalle Nazioni Unite nel 1948. Infatti, il primo articolo della dichiarazione universale dei diritti umani recita “Tutti gli esseri umani nascono liberi e sono uguali in dignità e diritti…”.
L’inasprimento delle leggi sull’immigrazione è da imputare soprattutto all’orientamento di alcuni schieramenti politici che attuano una forma di chirurgia sociale e vedono nell’immigrato il capro espiatorio di tutti i mali del paese, specie alla vigilia delle campagne elettorali. L’esempio lampante è dato dal pacchetto sicurezza (in corso di approvazione in Parlamento) e guarda a caso, in procinto delle prossime elezioni europee previste per il mese di giugno 2009.
Naturalmente, ciò crea serie difficoltà, sia ai singoli immigrati nella vita di tutti i giorni, sia sul versante sociale con i cittadini autoctoni. E`in questo senso che sono in gioco alcuni importanti valori universali tra i quali: il riconoscimento delle culture altre, la concezione della diversità come un valore aggiunto (arricchimento culturale), la partecipazione attiva di tutti i cittadini nella costruzione e nello sviluppo di una società del futuro, di una società inter-etnica ed interculturale in continua e rapida trasformazione.
Come emerge da più parti, l’integrazione significa fare parte del sistema della società dove uno vive senza essere considerato cittadino di serie B. Integrazione significa inoltre, vivere in una società aperta dove è possibile coniugare i repertori culturali del Paese d’origine con quelli della società d’arrivo. Si può infine parlare d’integrazione in una società dove le seconde generazioni d’immigrati possono accedere alle stesse opportunità educative, formative e occupazionali dei loro coetanei autoctoni.
La Provincia di Bolzano avrebbe dovuto rappresnetare un contesto di maggiore integrazione degli immigrati in quanto, uno dei principi fondanti l’autonomia è proprio quello del rispetto delle culture altre anche se (ad oggi) ciò riguarda soltanto i tradizionali gruppi linguistici (tedesco, italiano e ladino). Assistiamo quindi all’analogo atteggiamento di chiusura che si osserva nel resto del paese. Anzi, segnaliamo il fatto che la Provincia di Bolzano si presenta con un serio ritardo sul tema dell’integrazione rispetto ad alcune regioni/province italiane che dispongono da diversi anni di orientamenti politici finalizzati all’integrazione dei nuovi cittadini. Non solo, nella realtà altoatesina, ci sono preoccupanti ed oggettive avvisaglie verso l’emanazione di normative volte ad ostacolare, a rendere ulteriormente macchinoso il percorso d’inserimento sociolavrativo degli immigrati.
È in virtù di questo sistematico scenario razzista e discriminante che la Rete dei Diritti dei Senza Voce ritiene indispensabile ed opportuno avviare – da subito - un’iniziativa finalizzata ad elaborare una bozza di legge sull’integrazione dei cittadini stranieri, proposta da sottoporre all’attenzione delle Istituzioni provinciali competenti. La produzione di tale documento verrà preceduta da un lavoro sul campo, ovvero, avverrà dal basso e comprenderà, oltre ai diretti interessati, tutti gli attori istituzionali implicati a vario titolo con il fenomeno immigrazione.
Più concretamente, verranno svolti incontri di discussione (socializzazione) - nei vari comuni della Provincia di Bolzano - sul tema dell’integrazione dei cittadini stranieri con: le opinion leader delle associazioni nazionali degli immigrati, gli operatori dei servizi pubblici (i servizi sociali, gli uffici legati al mercato del lavoro, le confederazioni sindacali, l’edilizia agevolata, le consulte immigrati, ecc.) ed i professionisti del privato sociale (associazioni di mediazione interculturale, volontariato, Caritas, ecc.). Sottolineiamo il fatto che il lavoro di socializzazione/discussione interesserà tutti i tre gruppi linguistici della Provincia di Bolzano.
Siamo convinti che solo una discussione libera e partecipata (in maniera capillare) potrà fornire importanti elementi conoscitivi circa la condizione di vita degli immigrati nella sua complessità ed eterogeneità e nello stesso tempo, consentire la stesura di una proposta realistica ed ampiamente condivisa dalla società sul tema dell’integrazione dei nuovi cittadini nella Provincia di Bolzano.

mercoledì 27 maggio 2009

Gruppo di lavoro per una legge di integrazione in Alto Adige

Riunione del gruppo di lavoro sulla legge provinciale sull’integrazione – 11 maggio ’09

Come partire? Con che tipo di iniziativa?

Le proposte sono varie, e vanno dall’assemblea pubblica alla conferenza stampa. Si è comunque tutti d’accordo nel ritenere che per prima cosa è necessario disporre di un solido, anche se breve, documento di base, una sorta di appello al territorio, in cui si spiegano le ragioni che motivano la necessità di una legge provinciale sull’integrazione, e la richiesta di adesione per iniziare un percorso comune di elaborazione della proposta.
Parallelamente alla redazione, è necessario però anche studiare un percorso per il documento politico e per la legge.
Per quanto riguarda il contenuto del documento politico, alcuni interventi sottolineano la necessità di introdurvi una serie ben chiara di principi e di azioni (anche entrando nel merito dei vari settori operativi, come casa, sanità, sociale, etc.), in modo da porre una base concreta di discussione, con la quale cercare anche di precedere sul tempo una possibile iniziativa legislativa dei Freiheitlichen. Altri interventi insistono invece maggiormente sulla necessità che il documento raccolga un ampio ventaglio di consensi, mantenendo quindi le affermazioni a livello di principi generali.
Si concorda ad ogni modo sulla necessità di raggiungere un equilibrio fra principi irrinunciabili e necessità di guadagnare il maggior consenso possibile attorno al documento.
Da alcuni viene anche messo in dubbio che lo strumento “legge” sia in assoluto il più efficace per combattere l’ondata di razzismo che si sta riversando sull’Italia (e, in una certa misura, anche sulla provincia di Bolzano); il documento-appello dovrebbe quindi sì menzionare la legge, ma restare aperto anche ad altre soluzioni.
Dato che da alcuni è stato sostenuto che l’impegno che ci proponiamo per la legge appare spropositato, dato il clima attuale, e che forse sarebbe più utile elaborare un documento di base sull’integrazione, come canovaccio di discussione ampia, si è chiarito che la legge non è un obiettivo irrinunciabile, ma forse più che altro l’occasione per lanciare un dibattito il più ampio possibile sui diritti dei migranti in provincia di Bolzano, nonché sulle condizioni che possano favorire convivenza, coesione sociale ed integrazione.
Sulla base di queste considerazioni, si è poi concordato che una prima bozza del documento-appello verrà elaborata da un gruppo composto indicativamente da Amir, Fernando, Bassamba, Mamadou, e che poi verrà fatto circolare all’interno del gruppo di lavoro, nel giro di due settimane circa. Nel frattempo, Luigi e Paolo hanno aderito alla richiesta di fornire uno schema sulle competenze della Provincia autonoma in materia di immigrazione e integrazione.
La riunione ha avuto un buon numero di partecipanti e tra loro le persone con competenza nella materia della legge.

Sappiamo che il successo di questa iniziativa dipende da tutti noi con nostro partecipazione sia nei discussioni che nel organizzazione per coinvolgere più persone e gruppi in questo dibattito.
Vogliamo tentare una nuova strada, quella di ascoltare tutti, senza pregiudizi di appartenenza, l’empatia verso il prossimo, e un sincero desiderio di realizzare un progetto utile a tutti. Gli elementi validi in questa società sono tanti, dobbiamo solo ritrovarci e lavorare.