martedì 21 luglio 2009

Rainer Scrive

Ho visto che la raccolta di idee sulla nuova legge va avanti vivace e mi fa piacere. Condivido l'importanza di considerare le G2 come elemento assolutamente imprescindibile per una efficace e positiva politica di inclusione al 100%. Le seconde generazioni anzi sono il tema centrale, direi, visto quello che è successo in altri paesi (Francia con le G2 nordafricane, Germania con quelle turche, Gran Bretagna con quelle pakistane ecc ...). Solo, concretamente non mi viene in mente qualche azione positiva da inserire nella legge. La fantasia e le competenze del gruppo porteranno sicuramente idee creative.
Per il resto, ho riletto il catalogo di punti che avevo stilato a fine maggio e mi ci ritrovo ancora. Te lo allego tale e quale.
In aggiunta forse ho pensato che nella legge ci potrebbe essere anche una finestra verso l'esterno. In che senso? Nel senso di favorire i rapporti bilaterali tra il Sudtirolo e gli stati da cui provengono i giovani migranti che arrivano in Alto Adige (Albania e Marocco, soprattutto), scambi nel senso di scambi solastici, scambi tra centri giovani, progetti congiunti, viaggi studio e di conoscenza ecc. la Giunta potrebbe impegnarsi a favorire e sostenere queste iniziative. Come misura di prevenzione dell'emigrazione da quei paesi, ma anche come valorizzazione delle seconde generazioni, per esempio, che in questi progetti potrebbero avere un ruolo guida, o come elemento di conoscenza reciproca finalizzata alla inclusione sociale.
E un ultimo punto credo sia molto importante, e ci tengo in maniera particolare.
Molti conflitti "interculturali" nascono dai rapporti difficoltosi nel vicinato, tra vicini di casa, nei condomini eccetera. Nella nuova legge si potrebbe prevedere di sostenere progetti di mediazione interculturale di condominio visto che l'ambito abitativo è quello dove si possono intercettare moltissimi potenziali conflitti e trasformarli affinchè non diventino dei problemi che sembrano irrisolvibili. Anche in questo caso si può prendere ad esempio le buone pratiche già sperimentate, ad esempio, nel Comune di Reggio Emilia. Ne aveva parlato un articolo di Metropoli un anno fa.
Buona riunione intanto, saluti a tutte/i e a presto!
Rainer

lunedì 20 luglio 2009

Maria Concetta scrive

Il documento politico che sarà la base per la legge provinciale credo debba anche contenere il principio/modello di integrazione degli alunni stranieri nelle scuole della provincia secondo le linee definite dai centri linguistici.
Si adotta un modello di integrazione (come in molti paesi europei) e non di separazione (come vorrebbe la Lega) è questo è *il principio fondante*.Non un modello compensativo (che vuol dire in termini semplici lo straniero non è come noi e bisogna fare in modo che lo diventi...) ma si procede con l' inserimento degli alunni nelle classi comuni con contemporanei interventi di sostegno linguistico in orario scolastico.*Un altro principio* è l'educazione interculturale rivolta a tutti e quindi l'adozione di una pedagogia delle differenze e dei punti di vista che educhi le persone ad una società inclusiva e plurale.

Un altro punto che deve stare in evidenza nel documento politico è il tema delle seconde generazioni.

La "generazione in bilico" figlia delle migrazioni, cresciuta o nata nel nostro paese si trova a vivere tra modelli culturali differenti e deve definire un proprio percorso identitario non facile.
Se si accetta di definire come seconda generazione non solo le persone con cittadinanza non italiana nate in Italia ma anche quelle che nel nostro paese hanno avuto un consistente periodo di scolarizzazione, la situazione nelle scuole della nostra provincia è la seguente.
Secondo i dati a disposizione dei Centri linguistici su 3916 stranieri che nell’anno 2008-09 sono iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie in lingua italiana, 2773 (70.8%) sono nel sistema scolastico da almeno 4 anni (nella scuola tedesca su un totale di 2437 ve ne sono 1940). Si può ipotizzare, similmente ad altre realtà, che molti di questi alunni siano qui fin dall’asilo oppure siano nati in Italia.
Sto seguendo un progetto intitolato "Top Cross 2G" in collaborazione con l'Azienda dei servizi sociali di Bolzano e l'associazione Donne Nissà rivolto alle seconde generazioni che prevede un laboratorio teatrale e un'azione di formazione di tutor per aiutare i nuovi arrivati e ho avuto occasione di conoscere le buone prassi seguite dai Comuni di Torino, Bologna, Reggio Emilia.
Le 2G sono uno dei nodi del cambiamento della società di accoglienza che non deve essere affrontato sempre in termini di disagio.
Ci vogliono impegni importanti da parte delle istituzioni e interventi concreti a sostegno di una progressiva partecipazione di questi nuovi cittadini alla vita della nostra comunità in modo che siano direttamente protagonosti dell' integrazione.

giovedì 16 luglio 2009

Repetto incontra la Rete dei diritti dei senza voce: entro l’anno il ddl sull’immigrazione


Un documento politico da presentare all’Assessorato provinciale per contribuire alla redazione del ddl provinciale sull’immigrazione, che l’assessore competente Barbara Repetto porterà in Giunta entro l’anno: è quanto discusso nell’incontro a Bolzano tra l’assessore Repetto e i rappresentanti della Rete dei diritti dei senza voce.
La Rete dei diritti dei senza voce, istituita in Alto Adige a febbraio, raccoglie oggi una cinquantina di immigrati rappresentanti di diverse associazioni nonché esponenti della società altoatesina. Guidata da Fernando Biague, ricercatore e psicologo che coordina la Rete, uan delegazione ha incontrato l’assessore Barbara Repetto per approfondire le principali e più urgenti tematiche legate all’inserimento degli immigrati a livello locale. “L’obiettivo finale di questa fase di impegno del movimento – spiega Barbara Repetto – vuole essere l’elaborazione di un documento politico in vista della stesura del ddl provinciale sull’immigrazione che porterò in Giunta entro l’anno.”
Sul tema dell’inclusione sociale infatti la Provincia ha uno spazio di intervento all’interno della cornice legislativa nazionale, “uno spazio che intendiamo riempire con misure che possano favorire l’integrazione dei concittadini immigrati, una presenza importante nella società e nel tessuto economico locale. E serve ovviamente il contributo delle parti interessate." Si tratta di un tema che richiede grande sensibilità politica, "anche alla luce della nuova normativa statale in materia di sicurezza”, conclude l’assessore Repetto, che ha incoraggiato la Rete nel suo impegno di dialogo e convivenza.